Come esordio autunnale un articolo colorato, dal sapore tropicale, per raccontare un viaggio, non nel design, ma nelle atmosfere, tonalità e sensazioni di una terra sospesa tra modernità e tradizione. Cuba e’ la meta e la protagonista. Voglio condividere parte di questa esperienza , tradurla non in un diario, ma in uno spunto fotografico che riesca a dare un sapore “caraibico” ai vostri ambienti e forse uno stimolo a intraprendere questo viaggio.
L’immaginazione pre-partenza risponde perfettamente alla realtà dell’arrivo, un caldo umido avvolge un’Avana caotica: Chevrolet anni 50 e grandi sorrisi, la foresta cinge l’aeroporto e le grandi strade che portano in centro. Il cuore della vecchia città è un groviglio di stradine dove macerie, colori e turisti si fondono. Tutti cercano di catturare lo spirito di chi ha vissuto e di chi ha lottato per questa libertà. Il lusso è solo un contorno alla piazza del Capitolio, basta un attimo per capire che, nonostante gli hotel 5 stelle, a farla da padrone è una povertà dignitosa. Le case si aprono per accogliere negozi, le auto degli anni ‘40 e ‘50 sono la metafora di una ricchezza passata e negata. Il Malecón guarda al futuro dei boulevard più famosi ma si àncora a una realtà decadente. Svettano hotel storici come il National, dove nulla sembra cambiato, accanto a rovine di dimore liberty e nuove costruzioni. Tra la piazza della Cattedrale e l’Hotel che ospitò Hemingway e’ un susseguirsi di colori e corti giardino. Il verde riempie ogni angolo così come l’Havana, un mix reso unico dal blu e dal giallo, dagli arredi stanchi e veri degli anni 50. Forse chi ha lanciato il modernariato aveva fatto un salto all’Havana.
L’orgoglio della rivoluzione e l’iconica immagine di Ernest Guevara sono ovunque, si respira e diventa atmosfera. Non è marketing ma rispetto. Nei quartieri più poveri alle aree centrali, lungo gli oltre mille chilometri percorsi lungo l’isola, ho visto rivendicare la forza della scelta socialista, la riconoscenza alla rivoluzione e il valore unico della libertà, per nulla scontata. La rivoluzione e i sessant’anni successivi hanno portato questa terra a uno stallo vitale. Il famoso zio Americano non ha perdonato lo sgarro, se non vuoi essere colonizzato non avrai ne’ la Coca Cola ne’ la Tecnologia, oltre il latte e tutto quello che io rappresento, questa la morale. Con dignità il campesito vive nei suoi 50 ettari donati dalla rivoluzione; i bambini non hanno distinzione di colore, chi ha le capacità e la volontà studia gratuitamente, qualcuno ha l’auto, alcuni il cavallo e la maggioranza cammina o fa lunghi autostop. Agli angoli delle strade e’ un susseguirsi di volti in attesa. Le case non raggiungono i 50 mq ma tutte sono colorate e con un portico occupato da almeno due sedie a dondolo. Internet non esiste. Negli occhi mi sembrava di vivere quello che i miei nonni mi hanno raccontato della loro “epoca” . Povertà, dignità e semplicità. Vedere i bambini scalzi giocare sotto la pioggia in pieno centro della capitale così come nelle campagne. Lo stesso sorriso e la stessa leggerezza vista negli album di famiglia.
Trinidad e’ uno dei posti più caldi sulla terra, colonia spagnola dai mille calori. Chiusa al traffico caotico, disegnata da strade di ciottoli di fiume, arricchita dal lusso dell’aristocrazia spagnola che proprio qui schiavizzó milioni di africani per la produzione dello zucchero di canna. Fortuna vuole che il vento ha cambiato rotta e queste case, ferme ad inizio Novecento, siano rimaste ai pronipoti di quelle popolazioni, private di dignità e origini. Tutto qui é fermo a quell’epoca. Musei che accolgono turisti in modalità Casa Particular. La ricchezza stilistica e costruttiva lascia tutti senza fiato, non a caso è patrimonio UNESCO.
Cifuentes è stata la casa dei francesi che si sono divertiti a trasformare questa Marina caraibica in una Marsiglia dal gusto di Marzapane. Lo stile si riconosce in ogni angolo, ma la vera perla e’ nelle lussuose case a ridosso del lungomare. Qui dalla casa Azul a quella verde sembra di vivere in un altro tempo. Case che richiamano le atmosfere europee in una terra così distante per usi e colori.
Varadero è mare, mare per turisti e mare per Resort vecchi e nuovi. Un susseguirsi di ospitalità lunga 20 km. Basta uscire fuori dall’hotel e il sapore di Cuba resta tale. Tropicale e Rivoluzionario.